Il BB non è uno sport, ce lo dimostra ampiamente la mancanza di un target condiviso.
Nei 100 mt, il primato del mondo e’ l’obbiettivo di tutti, non c’è un’estetica del risultato.
Chi ha scelto di essere qui dentro, se ne assume una forte responsabilità dialettica, di tutt’altro che facile gestione.
Bolt piace a tutti, Rami no.
Questo causa i continui litigi privi di soluzione che osserviamo sulle bacheche, ove l’escalation dialettica porta spesso a definire il mestiere delle madri dell’interlocutore in disaccordo.
A questo non c’è rimedio, se non quello di gestire la questione come sui siti porno, ove vige la stessa problematica, ma ampiamente risolta.
Si va per “sezioni”.
Chi ama le donne incinta, chi le “nonne”, chi i cartoni animati, le nere, le asian, i culi.
Smetto di addentrarmi.
Ora, chiedo al produttore del mio sito, Giovanni Giannese, di aprirmi tutte le finestre possibili per essere ecumenicamente condiviso.
Gli anni ’90, il pre è il post Yates, la “Coleman era”, i Mentzeriani, l’alto e il basso volume.
Senza tifare per nessuno, sottilinierei, perché se tutti hanno avuto risultati eclatanti con metodiche diametralmente opposte, è evidente che il BB non è una scienza esatta, ma una ricerca di una dimensione estetica propria alla quale cercare di tendere, ispirandosi allo stile di un BBer preferito, o ad un era particolarmente coinvolgente dal punto di vista “filosofico”.
Ovviamente anch’io ho la mia “finestra sul cortile”, ma continuare a sospirare sui “bei tempi andati” mi farebbe stare sui coglioni anche me stesso.